Un nuovo radicale approccio alla videosorveglianza che permette di introdurre tecnologie altamente specialistiche nel settore edilizia/costruzioni contribuendo allo sviluppo di città/edifici intelligenti: questo uno degli obiettivi di Medusa | Repositionable Multi Sensor System, il progetto che Spark ha sviluppato grazie al Fondo europeo di Sviluppo regionale (POR FESR EMILIA-ROMAGNA 2014-2020), partecipando al Bando per progetti collaborativi di ricerca e Sviluppo delle imprese.
Grazie anche alla collaborazione con T3LAB, Spark ha avuto l’opportunità di realizzare un sistema con prestazioni e risoluzione di immagini superiori rispetto alla media delle soluzioni disponibili sul mercato, un salto tecnologico e un nuovo radicale approccio alla videosorveglianza che consentirà di:
– Introdurre nuove e più affidabili procedure di sicurezza in ambienti pubblici
– Disporre di immagini ad altissima risoluzione per favorire l’uso di tecniche predittive sfruttando algoritmi di computer vision ed elaborazione immagini.
Medusa rappresenta un’importante tappa nel percorso di Spark che permette all’azienda di consolidare il proprio ruolo come come leader di riferimento in settori applicativi strategici per la pubblica sicurezza.
Ma cos’è concretamente Medusa?
È un sistema modulare PTZR (pan/tilt/zoom/rotate) potente e flessibile che permette di inquadrare vaste aree, registrare le immagini e avere la possibilità di acquisire dettagli anche piccolissimi di ogni scena (come ad esempio il riconoscimento dei volti in una piazza o il riconoscimento targhe), contribuendo alla realizzazione di comunità senzienti e sicure e di smart cities dotate di strumenti di context-awarness.
Tutti i moduli componenti (combinati tra loro per creare una matrice) saranno basati su formati di risoluzione superiori ai 4K, fino ai 30 frame per secondo e con ottiche motorizzate; questi moduli saranno tutti indipendenti tra loro ma gestiti da un potente software in grado di permettere rapidissimi riposizionamenti delle inquadrature in base alla necessità dell’operatore.
Un sistema di videosorveglianza di questo tipo – che può innescare allarmi quando si verificano specifici eventi, assistere persone con difficoltà e disabilità, monitorare i comportamenti delle persone aiutando a determinare, ad esempio, modelli di flusso del traffico pedonale per una riprogettazione delle infrastrutture urbane – ben si colloca all’interno del concetto di smart city che assicura una migliore qualità della vita attraverso un approccio innovativo che si concentri su automazione, acquisizione e analisi delle informazioni raccolte in settori chiave come infrastrutture, governance, mobilità, ambiente e socialità.
Un progetto che avrà impatto anche sulla tutela del beni culturali tangibili, poiché contribuirà alla loro tutela e monitoraggio con tecnologie ICT distribuite ma non invasive, proteggendoli da possibili minacce tipiche dei luoghi pubblici quali assembramenti, turismo di massa, atti vandalici.